Peter Hammill: 'Vado dove la musica mi guida'
Sono rari i momenti in cui il mondo della musica accademica si degna di prendere in considerazione la musica rock. Perciò è davvero notevole che il Conservatorio Nicolini di Piacenza abbia deciso di concedere una laurea ad honorem a uno degli artisti più interessanti di questo genere musicale: Peter Hammill. Oggi 67enne e tuttora in piena attività, l’inglese Hammill ha fondato nel 1968 la band dei Van der Graaf Generator,ancora in piedi dopo vari scioglimenti e riunificazioni. Mai baciato dai successi oceanici che hanno arriso ad altre band, ma sempre profondamente amato e rispettato dal suo pubblico, dai suoi colleghi e dalla critica (nel 2004 gli è stato assegnato il premio Tenco), Hammill ha prestato la sua bella e coinvolgente voce e la sua abilità di polistrumentista, compositore e autore di testi a un rock mai scontato, profondamente personale e sempre impegnato ad aprire nuove strade. Nel corso del tempo la musica sua e della sua band ha ricevuto consensi anche inattesi, dai primi esponenti del punk fino a Lady Gaga, che diffonde canzoni di Hammill prima dei propri concerti.
La cerimonia di consegna della laurea è avvenuta lo scorso 17 gennaio, una settimana dopo un evento analogo dedicato a Greg Lake (di cui parleremo prossimamente). Per l’occasione Hammill si è esibito in un breve concerto per pianoforte e voce, in cui ha eseguito alcuni dei suoi brani più intensi, toccando profondamente il pubblico del Conservatorio. In coda al concerto abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo.
Peter, a 20 anni facevi già parte dei Van der Graaf Generator. Ma come ti sei avvicinato alla musica?
Il mio primo incontro con la musica è stato quando avevo dieci o undici anni, e cantavo nel coro della chiesa. Arrivato a quattordici o quindici anni ho cominciato a interessarmi sul serio di musica e a provare a scrivere canzoni. Canzoni davvero orribili, ma tutto è cominciato da lì.
Nel discorso in occasione della consegna della tua laurea, Emilio Maestri ha dichiarato: “Peter Hammill, anche se non ha avuto un’istruzione musicale accademica, possiede il dono di fare cose che altri non riescono a fare”. Pensi che sia vero?
Più che il dono, direi che ho il bisogno di fare cose che altri non riescono a fare. Sento il bisogno di andare dove la musica mi guida, piuttosto che muovermi nella direzione più comoda, quella che magari il pubblico vorrebbe vedermi prendere.
Internet oggi rende molto più facile connettersi con un pubblico selezionato, ma rende forse più difficile farsi conoscere rispetto a una volta. Pensi che sia vero?
Certo, è difficilissimo. È ovvio, credo, che per uno come me che ha lavorato per anni e anni e inciso tanti dischi sia più facile raggiungere il pubblico, e per il pubblico è più facile trovare me. Ma per chi comincia oggi è incredibilmente difficile. Per quanto Internet abbia tanti benefici, porta con se anche un mucchio di rumore, rumore fortissimo. Svolgere qualunque attività attraverso Internet è come farlo in una stanza in cui tantissime persone parlano contemporaneamente, a voce altissima e in lingue diverse. Perciò è complicato.
Quindi pensi che sarebbe più dura per te cominciare, se avessi 20 anni oggi?
Non avrei alcuna possibilità! Ovviamente potrei fare musica per me stesso, ma se volessi cominciare una carriera oggi non avrei scampo. Questo perché, all’epoca in cui ho esordito, in generale c’era interesse nella sperimentazione, nel fare cose diverse, nel mettere insieme generi diversi di musica. Oggi non è così.
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